Tour de France 2023, Victor Lafay: “Stavo un po’ meno bene di ieri, ma stavolta avevo un piano”

Victor Lafay conferma la splendida impressione della giornata inaugurale trionfando nella seconda tappa del Tour de France 2023. Unico a riuscire a seguire il ritmo dei due giganti Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard sulla Côte de Pike ieri, tanto da trovare anche le forze di provare un ulteriore allungo, oggi il corridore della Cofidis è apparso meno pimpante, ma ha scelto molto meglio il momento per giocarsi le sue carte. Rimasto nelle posizioni di rincalzo in salita, il corridore transalpino ottiene il suo quarto successo tra i professionisti con una splendida sparata nell’ultimo chilometro, una azione da finisseur di grande intelligenza tattica.

“Sinceramente, quando sono partito non pensavo se avrei vinto o meno, volevo solo andare a tutta e provarci fino in fondo – racconta ai nostri microfoni dopo il traguardo – Sapevo che tanto, anche se mi avessero ripreso, non aveva importanza se avessi perso qualcosa all’arrivo visto che non sono qui per fare classifica. Quindi ho dato tutto senza pensare a niente. .Vedevo che il traguardo era sempre più vicino, ma i vedevo anche che i miei watt calavano. A quel punto ho provato comunque a mettere un rapporto più duro e ho stretto i denti. Non so come ho fatto ad arrivare in fondo, è stato qualcosa di folle”.

In realtà la sua azione è stata però studiata, con la voglia di riscattare quanto successo ieri e la consapevolezza di non avere niente da perdere. “Ho visto che i Jumbo-Visma avevano lavorato molto, quindi immaginavo che potessero essere stanchi nell’ultimo chilometro. Inoltre, sapevo che Wout non poteva provare a chiudere in prima persona, se non partendo da lontano con lo sprint”.

E pensare che le sensazioni in corsa oggi erano meno buone: “Oggi stavo un po’ meno bene di ieri, poi c’è stato sempre un ritmo alto e non è qualcosa che mi si addice moltissimo. Nella salita finale ho fatto infatti un bel po’ fatica e mi sono aggrappato con tutto me stesso per non perdere troppo terreno. Sapevo che altri avrebbero provato ad anticipare nello strappo prima del finale, ma io mi sono detto che volevo provarci nell’ultimo chilometro, o al massimo in discesa. Quando siamo poi rientrati mi sono nascosto il più possibile e ho aspettato il mio momento. Per una volta che avevo un piano mi ci volevo attenere”.

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